Iaido, l'arte del samurai

Lo Iaido e' considerato da molti l'essenza moderna del Budo. Equilibrato nei suoi movimenti, semplice nella sua eleganza, lo Iaido e' pervaso da una serie di relazioni profonde: un respiro, un taglio, una vittoria. Lo Iaido incorpora in se il minimalismo estetico giapponese, dove ogni movimento e' marcato dalla profondita' spirituale derivante da centinaia di anni di studio nel massimo rispetto della vita e della morte. Oggi lo iaido e' una via aperta a tutto il mondo, che porta all'amicizia, al rispetto e all'onesta'.

lunedì 16 giugno 2014

Atarashi Dojo Started! Lavori iniziati! In arrivo un nuovo Dojo a Milano.

« Questo è il mio DOJO. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio.
Il mio DOJO è il mio migliore amico. È la mia vita. Devo amarlo come amo la mia vita.
Il mio DOJO, senza di me, è vuoto. Senza il mio DOJO, io sono vuoto. Devo studiare bene nel mio DOJO. 
Devo allenarmi meglio del mio nemico che tenta di uccidermi. Devo colpirlo prima che lui colpisca me. Lo farò...
Il mio DOJO ed io sappiamo che quel che conta in questa guerra non sono i tagli che facciamo, né il rumore della spada, e tanto meno quel che diremo. Sappiamo che sono i tagli giusti quelli che contano. Saremo giusti...
Il mio DOJO è un posto umano, come me, poiché è la mia vita. Pertanto, imparerò a conoscerlo come un fratello. Imparerò i suoi punti deboli, i suoi punti di forza, le sue parti, i suoi accessori, le sue uscite e le sue entrate. 
Lo proteggerò anche dalle intemperie e da ciò che potrebbe danneggiarlo, come farei con le mie gambe, le mie braccia, gli occhi ed il cuore. Terrò il mio DOJO pulito ed in ordine. Diverremo una sola cosa. Lo dividerò...

Lo so, è un tantino eccessivo, ma sono felice come una pasqua.
... per ora è solo un cartello, ma è il più bel cartello che io abbia mai visto!


venerdì 13 giugno 2014

venerdì 30 maggio 2014

sono stato un pò impegnato!

eccomi di ritorno, spunto dalla nebbia di questi ultimi mesi.
non che si sia ancora del tutto diradata...


domenica 22 dicembre 2013

Bravo Antonio

Perchè ci è voluto comunque molto Spirito per andare a Bruxelles a rischiare per un esame!
Sappi che anch'io ho preso il mio 4° dan a Bruxelles, da solo, come lo sei stato tu.
Quindi posso dire con cognizione di causa che: il 4° dan a Bruxelles vale di più!


martedì 26 novembre 2013

lunedì 11 novembre 2013

Training and Very Hard training in TRENTO

Thanks to all friends for a wonderfull weekend in Trento. See you soon.

Very early morning Training...

... and...

Very Hard Training!

            

mercoledì 6 novembre 2013

Dello iaido e del sistema home theater...

cos'è che unisce cose apparentemente così distanti?

La pratica dello iaido e la messa in funzione di un home theater?

Innanzi tutto spieghiamo cos'è un home theater, visto che tutti saprete già cos'è lo iai.

Il sistema HT (abbreviato) è un coacervo di cavi, cavetti, sacchetti, chiudisacchetti e, casualmente, ci si trova dentro anche un lettore BlueRay con relative casse altoparlanti. Il tutto dotato di una infinita serie di buchi, buchini e buchetti, in cui si immagina ci debba andare dentro qualcuno dei sopra menzionati cavetti.
Non a caso, ovviamente, ma in una direzione e sequenza ben specifica e precisa, la quale segue il principio del teorema di Fermat, per il quale se infili per primo il cavetto sbagliato lo scoprirai solo alla fine ma, nel contempo, se sbagli ad inserire anche solamente l'ultimo cavetto, te ne accorgi solo il giorno dopo, quando hai invitato tutti gli amici a vedere il tanto desiderato film cult con birrette e patatine.

E lo iaido?

Lo iaido fa parte della sequenza di smontaggio e ricerca della soluzione.......


ps: alla fine di tutto, era il telecomando a non funzionare!!!!!!!!!


martedì 29 ottobre 2013

Nel silenzio del vuoto ....



... un sibilo mortale carico di vita.

Nukitsuke, la prima estrazione, il primo taglio, la prima e unica possibilità di vittoria. 

Non tagliare su nukitsuke vuol dire perdere. Non tagliare su nukitsuke vuol dire non fare iaido.

Il sibilo di nukitsuke, hahoto, è l'urlo letale che significa vittoria.


Da Francesco Dessì, un disegno che annuncia un progetto... WORK IN PROGRESS!


mercoledì 16 ottobre 2013

Ma non ti pesa mai?

dialogo.

- ma non ti pesa mai andare al dojo? -

- Mai! -

- mhhhhh -

- cioè, non lo so, non mi pare -

-mhhhhh -

- ma no, io sono fatto così, ne ho bisogno, lo facevo anche quando ero da solo, ora con l'impegno in più dell'insegnamento.... -

- mhhhh -

- ma no, settimana scorsa anche con la febbre -

- mhhhh-

- cioè, non lo so, ci devo pensare -

- umh -

Ci ho pensato, ed in effetti vorrei cercare di dire che mi pesa, che qualche volta mi pesa, o che mi è pesato.
.... non ricordo!

domenica 6 ottobre 2013

Del sentirsi soli.

Dialogo tra due.

Sai, a parte tutto il casino di oggi, mi è piaciuto il fatto di aver ripreso in mano la mia spada vera. Da un po’ mi allenavo con lo iaito in preparazione dell’esame all’estero, ma devo proprio dire che fare iaido con la lama vera ha tutto un altro gusto.

Perché?

Ma, non so, mica per quella roba dello spirito, chessò, il sibilo o il sapere che taglia veramente.

Perché?

Ma non so, è come se sentissi la differenza tra lo stracciare l’aria e il tagliarla. Lo iaito, sposta le molecole dell’aria, la katana le seziona, le apre, le taglia … vabbè.

Si, vabbè dai.

Ma, non so.

Forse è per il rischio?

Fischio? Cazzo, ti ho detto che non si dice fischio ad una spada!

Ma quale fischio, ho detto rischio!

Ah, rischio? Mmmm, Rischio? Ma, non so, non credo. Bhè, certo, il rischio, ma io non ho paura di usarla, la mia relazione con la sua lama è rilassata e naturale, sento il filo, arrivo istintivamente al kissaki.
Ma, non so, ma non direi che sento un rischio.
Piuttosto trovo piacere nel contatto col metallo, la sua temperatura, come scivola sul dorso della mano tra pollice e indice.

???

Ma,non so.
Insomma, fare iaido con lo iaito è un’altra cosa. Manca qualcosa.
Ma se con lo iaito manca qualcosa, cos’è che invece c’è con la spada?

La spada!

Freddo acciaio inanimato, cos’è che nascondi?
Lucido acciaio inanimato, cos’è che rifletti?
Affilato acciaio inanimato, cos’è che minacci?

Assurdo acciaio inanimato, non lasciarmi solo.

giovedì 19 settembre 2013

Del giudizio "soggettivo assoluto"

Colgo la coincidenza di alcuni allievi che mi chiedono con interesse delle gare, con il recente articolo di Giuseppe che potete leggere qui: http://www.kendo.it/wordpress/?p=1309  sull'arbitraggio nello iaido.

Premessa: no arbitri, no gara!
Quindi, a prescindere da qualsiasi considerazione soggettiva, il giudizio dell'arbitro è necessario, che ci piaccia o meno.

Giuseppe parla del modo in cui giudicare, a quali cose dare più o meno peso, e ovviamente lo fa dal punto di vista dell'arbitro, ma come sono messe le cose dal punto di vista del competitore?

Chi tra le due figure ha più da rimetterci, chi si mette più evidentemente in gioco è colui che si presta ad essere giudicato, e non solo dagli arbitri ma anche (e soprattutto) da tutti gli altri presenti, allievi, competitori, Maestri, istruttori, pubblico, familiari, televisioni, radio, email, facebook, twitter, ask e così via...

E cosa si aspetta il povero competitore dagli arbitri? Ovvio: che lo votino!

Questa che sembra una considerazione banale è invece il nocciolo del problema. Guarda caso ne abbiamo parlato col Maestro proprio pochi giorni fa; testuali (mal tradotte) parole: gli avversari durante la gara sono 4, ma i più importanti sono i tre che hai davanti, gli arbitri appunto.

Quindi, sorvolando sul tema in assoluto più pregno che è quello che lo iaido che dovremmo fare è uno solo e non dovrebbe esserci distinzione tra gara, esame o studio, il povero competitore come si dovrebbe porre?
Li vuole battere sti tre avversari oppure no?
Per esperienza, qui si tratta di venire un po' a patti con la propria coscienza iaidoistica e di saper modulare un po' la propria performance.

Conoscere gli arbitri, il loro modo di giudicare, è fondamentale se il nostro desiderio è quello di cercare il risultato. E qui mi tocca tralasciare un altro tema cruciale: se sia lecito o meno cercare di vincere una gara di iaido.

Ma se lo fosse, allora dobbiamo prestare attenzione ai parametri di valutazione della terna. Quanti di loro sono più sensibili alla precisione dei dettagli e quanti all'efficacia complessiva?

Ecco, per un competitore, è molto più facile sapere di essere giudicato oggettivamente che non soggettivamente: cominciamo a giudicare il livello tecnico e poi, in condizioni di parità, mettiamoci pure dentro il tempo, lo spirito e la bellezza complessiva. Robe soggettive appunto ma che fanno la differenza per occhi davvero esperti.

E questo è quello che oggi, al mio livello, mi aspetto maggiormente dagli arbitri e che, ad onor del vero, spesso riscontro.

Ciò non di meno il bello è che, e ne ho anche in questo caso esperienza, più il livello di arbitri e competitori si alza e più si va verso un parametro di giudizio che definirei "soggettivo assoluto".

In Giappone esistono gare tra scuole antiche, il che significa che i due competitori scelgono liberamente i 5 kata che esibiranno, kata che verosimilmente gli arbitri non saranno in grado di giudicare per i dettagli di piedi, angoli, punta della spada e altri vari "check point", ma saranno dunque chiamati a giudicare quasi esclusivamente per le fondamenta dello iaido e, in definitiva, con l'emozione che l'atleta sarà stato capace di trasmettere. Ma parliamo di un altro mondo, di un altro livello.

Tornando un passo indietro e concludendo, il rischio è che se si libera troppo l'arbitro dal non valutare i punti oggettivi, lo si deresponsabilizza e, magari senza averne il livello, si metta a giudicare troppo con la pancia o con qualcos'altro... e la crescita parallela  di competitori e arbitri va a farsi benedire.

Antei!

giovedì 12 settembre 2013

VITTORIA!

Partita domenica alle 10:17, arrivata giovedì alle 2:39. Prima donna e 15 assoluta in una gara corsa a velocità folli.
330 km, 24.000 metri di dislivello, e un'infinità di tenacia e grinta.
FRANCESCA, non vedo/ vediamo l'ora di congratularci personalmente e di farci raccontare la sfida con la seconda arrivata e con tutta quella strada in salita.

COMPLIMENTI

lunedì 9 settembre 2013

Partita!

La gara più dura del mondo è iniziata: http://www.tordesgeants.it/it 330 Km, 24.000 metri di dislivello.
Francesca c'è, credo che sia già in testa al gruppo delle donne e 13 in assoluto.
Purtroppo è di stamattina una notizia ferale: la morte di un concorrente a causa di una fatale caduta.
Sulle montagne non si scherza.
Forza Francesca!

martedì 27 agosto 2013

FRANCESCA CANEPA

Sono fortunato, quest'estate ho conosciuto Francesca.
Sembrerebbe facile parlarvi di Francesca, basterebbero alcuni numeri:
- 184 Km
- 12.200 metri di dislivello in salita e altrettanti in discesa
- poco più di 36 ore.

Missione compiuta/ mission accomplished!

Kadosawabashi (Japan) primi giorni di Luglio 2013, tarda sera, tante birre... <-maestro a="" agosto="" c="" con="" cosa="" del="" fine="" gara="" ide="" in="" maestro="" memoria="" ne="" pensa="" seminario="" un="" una="">;
<-mmm desu="" mmmm="" ok="" seminario="" taikai="">; - Trad.: vai alla gara! (e non  farmi fare brutta figura...).

25 Agosto 2013 Borgo Val Sugana (Treno-Italia) - Taikai Memorial M. IDE

Categoria 4° e 5° dan - 1° classificato
Categoria Squadre 3° classificati


Missione compiuta!

martedì 16 luglio 2013

LA CONCA DELLE 5 ALBICOCCHE

Di rientro dal Giappone e subito un sacco di cose.

Forse la più grande è che ABBIAMO UN DOJO TUTTO NUOVO E TUTTO NOSTRO!

Quale migliore auspicio per una pratica ancora più profonda e proficua?

Banzaiiiiiiiiiiii

sabato 13 luglio 2013

10!

10
Dieci è un numero pieno, completo, dall'uno allo zero. Un giro intero.
Dieci sono le volte che sono venuto in Giappone e, come un'alfa e un omega che si ricongiungono, dove l'inizio è la fine e la fine è l'inizio, anch'io chiudo questi primi 10 viaggi con un ritorno alla prima volta.
Ricordi. Dio, quanta vita!
La prima volta era piena di paurA, di incertezzA e di speranzA.
La decima volta è stata piena di paurE, di incertezzE e di speranzE.
Come all'ora non sapevo cosa mi attendeva qui e non sapevo cosa mi attendeva al mio rientro.
Venire in Giappone è sempre stata una piccola fuga, fatta però con la voglia di tornare a casa per vedere cosa sarebbe successo. Così anche oggi, parto con la nostalgia di questo strano posto ma anche con la voglia di affrontare quello che mi aspetta.
Fare iaido qui in Giappone, per me ha un sapore particolare, ma nel tempo è cambiato, oggi è più maturo, consapevole, più capace.
La tecnica, aumenta ma incredibilmente il livello che vorrei raggiungere si fa sempre più lontano. Nuove difficoltà, nuovi limiti, nuovi obiettivi.
E lo spirito? 
Semplice: nuove difficoltà, nuovi limiti e nuovi obiettivi.
In tutta questa, noiosa, lista di ignoranze, c'è però una cosa che ho oramai capito bene.
Lo iaido fa così parte della mia vita che potrei anche smettere domani.
Sembra un controsenso ma non lo è affatto.
Per favore, non parlatemi di Samurai o di Budo o di robe marziali, mai sentito nulla.
Io sto parlando di un mezzo, di uno strumento di precisione, per incidere nel profondo la materia di cui sono fatto, e vederci cosa c'è dentro.
Una volta che hai tagliato in profondità, non ti serve altro, quello che vedi lo vedi per sempre.

Cazzo, che figata!

dezz