Ieri sera interessante lezione di iaido, ok, non dovrei dirlo io, ma mi riferisco al fatto che è stata interessante per me.
Nel mio solito sproloquio, che tanto piace ad Antonio, me ne sono uscito con un cambio di paradigma:
Non è attraverso la concentrazione che si controllano i movimenti, ma è il controllo dei movimenti che porta alla concentrazione.
Appena detta sta stupidata, mi sono subito messo nella disposizione mentale di ritirarla e, con un sorriso, chiedere scusa e ritrattarla. E invece no. Le parole uscite così spontaneamente che, come spesso accade, riflettevano davvero il mio pensiero.
La "concentrazione" è uno stato mentale prima che fisico, ma non è la concentrazione che mi fa muovere esattamente come voglio il mignolo della mano destra, o le palpebre o le spalle. Il controllo del movimento del mio corpo è un comando preciso e conscio del cervello.
Il controllo tecnico del mio movimento, con l'aumentare della difficoltà, mi porta ad uno stato di concentrazione. Da quel momento, la capacità di controllo e non controllo si amplifica.
Per una buona parte dell'allenamento, ieri sera, ho spinto i miei compagni a controllare con forza, e quindi ad evitarli, tutta una serie di movimenti inutili, falangi, spalle, sageo, e tanti altri, con il risultato che man mano miglioravano ma non completamente. Poi ho chiesto loro di eseguire i kata senza sbattere le palpebre...
incredibilmente di colpo, hanno tutti smesso di muovere dita e ditine, spalle e sageo.
Erano in uno stato di concentrazione.
Non trascendenza, ma uno stato psico fisico notevole. La prova che la concentrazione è una conseguenza non un punto di partenza.
Come dire: non si può partire dal purè se non sbucci prima le patate!
e si va avanti....
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