Iaido, l'arte del samurai

Lo Iaido e' considerato da molti l'essenza moderna del Budo. Equilibrato nei suoi movimenti, semplice nella sua eleganza, lo Iaido e' pervaso da una serie di relazioni profonde: un respiro, un taglio, una vittoria. Lo Iaido incorpora in se il minimalismo estetico giapponese, dove ogni movimento e' marcato dalla profondita' spirituale derivante da centinaia di anni di studio nel massimo rispetto della vita e della morte. Oggi lo iaido e' una via aperta a tutto il mondo, che porta all'amicizia, al rispetto e all'onesta'.

domenica 22 dicembre 2013

Bravo Antonio

Perchè ci è voluto comunque molto Spirito per andare a Bruxelles a rischiare per un esame!
Sappi che anch'io ho preso il mio 4° dan a Bruxelles, da solo, come lo sei stato tu.
Quindi posso dire con cognizione di causa che: il 4° dan a Bruxelles vale di più!


martedì 26 novembre 2013

lunedì 11 novembre 2013

Training and Very Hard training in TRENTO

Thanks to all friends for a wonderfull weekend in Trento. See you soon.

Very early morning Training...

... and...

Very Hard Training!

            

mercoledì 6 novembre 2013

Dello iaido e del sistema home theater...

cos'è che unisce cose apparentemente così distanti?

La pratica dello iaido e la messa in funzione di un home theater?

Innanzi tutto spieghiamo cos'è un home theater, visto che tutti saprete già cos'è lo iai.

Il sistema HT (abbreviato) è un coacervo di cavi, cavetti, sacchetti, chiudisacchetti e, casualmente, ci si trova dentro anche un lettore BlueRay con relative casse altoparlanti. Il tutto dotato di una infinita serie di buchi, buchini e buchetti, in cui si immagina ci debba andare dentro qualcuno dei sopra menzionati cavetti.
Non a caso, ovviamente, ma in una direzione e sequenza ben specifica e precisa, la quale segue il principio del teorema di Fermat, per il quale se infili per primo il cavetto sbagliato lo scoprirai solo alla fine ma, nel contempo, se sbagli ad inserire anche solamente l'ultimo cavetto, te ne accorgi solo il giorno dopo, quando hai invitato tutti gli amici a vedere il tanto desiderato film cult con birrette e patatine.

E lo iaido?

Lo iaido fa parte della sequenza di smontaggio e ricerca della soluzione.......


ps: alla fine di tutto, era il telecomando a non funzionare!!!!!!!!!


martedì 29 ottobre 2013

Nel silenzio del vuoto ....



... un sibilo mortale carico di vita.

Nukitsuke, la prima estrazione, il primo taglio, la prima e unica possibilità di vittoria. 

Non tagliare su nukitsuke vuol dire perdere. Non tagliare su nukitsuke vuol dire non fare iaido.

Il sibilo di nukitsuke, hahoto, è l'urlo letale che significa vittoria.


Da Francesco Dessì, un disegno che annuncia un progetto... WORK IN PROGRESS!


mercoledì 16 ottobre 2013

Ma non ti pesa mai?

dialogo.

- ma non ti pesa mai andare al dojo? -

- Mai! -

- mhhhhh -

- cioè, non lo so, non mi pare -

-mhhhhh -

- ma no, io sono fatto così, ne ho bisogno, lo facevo anche quando ero da solo, ora con l'impegno in più dell'insegnamento.... -

- mhhhh -

- ma no, settimana scorsa anche con la febbre -

- mhhhh-

- cioè, non lo so, ci devo pensare -

- umh -

Ci ho pensato, ed in effetti vorrei cercare di dire che mi pesa, che qualche volta mi pesa, o che mi è pesato.
.... non ricordo!

domenica 6 ottobre 2013

Del sentirsi soli.

Dialogo tra due.

Sai, a parte tutto il casino di oggi, mi è piaciuto il fatto di aver ripreso in mano la mia spada vera. Da un po’ mi allenavo con lo iaito in preparazione dell’esame all’estero, ma devo proprio dire che fare iaido con la lama vera ha tutto un altro gusto.

Perché?

Ma, non so, mica per quella roba dello spirito, chessò, il sibilo o il sapere che taglia veramente.

Perché?

Ma non so, è come se sentissi la differenza tra lo stracciare l’aria e il tagliarla. Lo iaito, sposta le molecole dell’aria, la katana le seziona, le apre, le taglia … vabbè.

Si, vabbè dai.

Ma, non so.

Forse è per il rischio?

Fischio? Cazzo, ti ho detto che non si dice fischio ad una spada!

Ma quale fischio, ho detto rischio!

Ah, rischio? Mmmm, Rischio? Ma, non so, non credo. Bhè, certo, il rischio, ma io non ho paura di usarla, la mia relazione con la sua lama è rilassata e naturale, sento il filo, arrivo istintivamente al kissaki.
Ma, non so, ma non direi che sento un rischio.
Piuttosto trovo piacere nel contatto col metallo, la sua temperatura, come scivola sul dorso della mano tra pollice e indice.

???

Ma,non so.
Insomma, fare iaido con lo iaito è un’altra cosa. Manca qualcosa.
Ma se con lo iaito manca qualcosa, cos’è che invece c’è con la spada?

La spada!

Freddo acciaio inanimato, cos’è che nascondi?
Lucido acciaio inanimato, cos’è che rifletti?
Affilato acciaio inanimato, cos’è che minacci?

Assurdo acciaio inanimato, non lasciarmi solo.

giovedì 19 settembre 2013

Del giudizio "soggettivo assoluto"

Colgo la coincidenza di alcuni allievi che mi chiedono con interesse delle gare, con il recente articolo di Giuseppe che potete leggere qui: http://www.kendo.it/wordpress/?p=1309  sull'arbitraggio nello iaido.

Premessa: no arbitri, no gara!
Quindi, a prescindere da qualsiasi considerazione soggettiva, il giudizio dell'arbitro è necessario, che ci piaccia o meno.

Giuseppe parla del modo in cui giudicare, a quali cose dare più o meno peso, e ovviamente lo fa dal punto di vista dell'arbitro, ma come sono messe le cose dal punto di vista del competitore?

Chi tra le due figure ha più da rimetterci, chi si mette più evidentemente in gioco è colui che si presta ad essere giudicato, e non solo dagli arbitri ma anche (e soprattutto) da tutti gli altri presenti, allievi, competitori, Maestri, istruttori, pubblico, familiari, televisioni, radio, email, facebook, twitter, ask e così via...

E cosa si aspetta il povero competitore dagli arbitri? Ovvio: che lo votino!

Questa che sembra una considerazione banale è invece il nocciolo del problema. Guarda caso ne abbiamo parlato col Maestro proprio pochi giorni fa; testuali (mal tradotte) parole: gli avversari durante la gara sono 4, ma i più importanti sono i tre che hai davanti, gli arbitri appunto.

Quindi, sorvolando sul tema in assoluto più pregno che è quello che lo iaido che dovremmo fare è uno solo e non dovrebbe esserci distinzione tra gara, esame o studio, il povero competitore come si dovrebbe porre?
Li vuole battere sti tre avversari oppure no?
Per esperienza, qui si tratta di venire un po' a patti con la propria coscienza iaidoistica e di saper modulare un po' la propria performance.

Conoscere gli arbitri, il loro modo di giudicare, è fondamentale se il nostro desiderio è quello di cercare il risultato. E qui mi tocca tralasciare un altro tema cruciale: se sia lecito o meno cercare di vincere una gara di iaido.

Ma se lo fosse, allora dobbiamo prestare attenzione ai parametri di valutazione della terna. Quanti di loro sono più sensibili alla precisione dei dettagli e quanti all'efficacia complessiva?

Ecco, per un competitore, è molto più facile sapere di essere giudicato oggettivamente che non soggettivamente: cominciamo a giudicare il livello tecnico e poi, in condizioni di parità, mettiamoci pure dentro il tempo, lo spirito e la bellezza complessiva. Robe soggettive appunto ma che fanno la differenza per occhi davvero esperti.

E questo è quello che oggi, al mio livello, mi aspetto maggiormente dagli arbitri e che, ad onor del vero, spesso riscontro.

Ciò non di meno il bello è che, e ne ho anche in questo caso esperienza, più il livello di arbitri e competitori si alza e più si va verso un parametro di giudizio che definirei "soggettivo assoluto".

In Giappone esistono gare tra scuole antiche, il che significa che i due competitori scelgono liberamente i 5 kata che esibiranno, kata che verosimilmente gli arbitri non saranno in grado di giudicare per i dettagli di piedi, angoli, punta della spada e altri vari "check point", ma saranno dunque chiamati a giudicare quasi esclusivamente per le fondamenta dello iaido e, in definitiva, con l'emozione che l'atleta sarà stato capace di trasmettere. Ma parliamo di un altro mondo, di un altro livello.

Tornando un passo indietro e concludendo, il rischio è che se si libera troppo l'arbitro dal non valutare i punti oggettivi, lo si deresponsabilizza e, magari senza averne il livello, si metta a giudicare troppo con la pancia o con qualcos'altro... e la crescita parallela  di competitori e arbitri va a farsi benedire.

Antei!

giovedì 12 settembre 2013

VITTORIA!

Partita domenica alle 10:17, arrivata giovedì alle 2:39. Prima donna e 15 assoluta in una gara corsa a velocità folli.
330 km, 24.000 metri di dislivello, e un'infinità di tenacia e grinta.
FRANCESCA, non vedo/ vediamo l'ora di congratularci personalmente e di farci raccontare la sfida con la seconda arrivata e con tutta quella strada in salita.

COMPLIMENTI

lunedì 9 settembre 2013

Partita!

La gara più dura del mondo è iniziata: http://www.tordesgeants.it/it 330 Km, 24.000 metri di dislivello.
Francesca c'è, credo che sia già in testa al gruppo delle donne e 13 in assoluto.
Purtroppo è di stamattina una notizia ferale: la morte di un concorrente a causa di una fatale caduta.
Sulle montagne non si scherza.
Forza Francesca!

martedì 27 agosto 2013

FRANCESCA CANEPA

Sono fortunato, quest'estate ho conosciuto Francesca.
Sembrerebbe facile parlarvi di Francesca, basterebbero alcuni numeri:
- 184 Km
- 12.200 metri di dislivello in salita e altrettanti in discesa
- poco più di 36 ore.

Missione compiuta/ mission accomplished!

Kadosawabashi (Japan) primi giorni di Luglio 2013, tarda sera, tante birre... <-maestro a="" agosto="" c="" con="" cosa="" del="" fine="" gara="" ide="" in="" maestro="" memoria="" ne="" pensa="" seminario="" un="" una="">;
<-mmm desu="" mmmm="" ok="" seminario="" taikai="">; - Trad.: vai alla gara! (e non  farmi fare brutta figura...).

25 Agosto 2013 Borgo Val Sugana (Treno-Italia) - Taikai Memorial M. IDE

Categoria 4° e 5° dan - 1° classificato
Categoria Squadre 3° classificati


Missione compiuta!

martedì 16 luglio 2013

LA CONCA DELLE 5 ALBICOCCHE

Di rientro dal Giappone e subito un sacco di cose.

Forse la più grande è che ABBIAMO UN DOJO TUTTO NUOVO E TUTTO NOSTRO!

Quale migliore auspicio per una pratica ancora più profonda e proficua?

Banzaiiiiiiiiiiii

sabato 13 luglio 2013

10!

10
Dieci è un numero pieno, completo, dall'uno allo zero. Un giro intero.
Dieci sono le volte che sono venuto in Giappone e, come un'alfa e un omega che si ricongiungono, dove l'inizio è la fine e la fine è l'inizio, anch'io chiudo questi primi 10 viaggi con un ritorno alla prima volta.
Ricordi. Dio, quanta vita!
La prima volta era piena di paurA, di incertezzA e di speranzA.
La decima volta è stata piena di paurE, di incertezzE e di speranzE.
Come all'ora non sapevo cosa mi attendeva qui e non sapevo cosa mi attendeva al mio rientro.
Venire in Giappone è sempre stata una piccola fuga, fatta però con la voglia di tornare a casa per vedere cosa sarebbe successo. Così anche oggi, parto con la nostalgia di questo strano posto ma anche con la voglia di affrontare quello che mi aspetta.
Fare iaido qui in Giappone, per me ha un sapore particolare, ma nel tempo è cambiato, oggi è più maturo, consapevole, più capace.
La tecnica, aumenta ma incredibilmente il livello che vorrei raggiungere si fa sempre più lontano. Nuove difficoltà, nuovi limiti, nuovi obiettivi.
E lo spirito? 
Semplice: nuove difficoltà, nuovi limiti e nuovi obiettivi.
In tutta questa, noiosa, lista di ignoranze, c'è però una cosa che ho oramai capito bene.
Lo iaido fa così parte della mia vita che potrei anche smettere domani.
Sembra un controsenso ma non lo è affatto.
Per favore, non parlatemi di Samurai o di Budo o di robe marziali, mai sentito nulla.
Io sto parlando di un mezzo, di uno strumento di precisione, per incidere nel profondo la materia di cui sono fatto, e vederci cosa c'è dentro.
Una volta che hai tagliato in profondità, non ti serve altro, quello che vedi lo vedi per sempre.

Cazzo, che figata!

dezz




venerdì 12 luglio 2013

Il rapporto stechiometrico nello iaido

Nello iaido esistono tante cose, così come nella briscola e nelle bocce, stanotte ne ho scoperta un'altra!
E' il rapporto stechiometrico.

Questo indice è comunemente usato per definire quante parti di benzina e di aria finiscono nei motori a scoppio.

Nello iaido, lo si definisce in base a quante birre si bevono per accompagnare la zuppa al curry fatta al volo dal Maestro a mezzanotte, dopo 5 ore di allenamento.

Diciamo che è piuttosto sbilanciato verso le birre...
E' per questo che vado a nanna senza scrivere le solite cazzate sulle mani, i piedi e il loro spirito individuale!

Gnotte!


mercoledì 10 luglio 2013

Delle mani, della spada e del sudore

TE NO UCHI, che significa più o meno come chiudere la mano, ha un valore fondamentale nello iaido.
Tecnicamente è il più importante.
Spiritualmente è il più importante.

Tecnicamente è fondamentale perchè la spada è un'arma di precisione, di estrema precisione. E va tenuta in modo non casuale, ma assolutamente determinato. La mano lavora sulla spada in modo continuo, ha punti esatti di contatto che si devono prendere e lasciare in continuazione. Senza sbagliare.
Non fare questo esercizio vuol dire non fare iaido!

Se non conosci Te No Uchi non tagli, se non lo conosci non tieni veramente in mano la spada, e con le mani completamente bagnate, con il sudore che ti scorre dai polsi verso il palmo, se non sai farlo, semplicemente perdi la spada (o la usi al 10% del suo potenziale).
E ancora, se non lo sai mettere in pratica, 3 ore di allenamento a 35 gradi diventano un tormento infinito e, soprattutto, inutile.

Come qualsiasi strumento di precisione, la spada va impugnata con maestria.

E poi c'è lo spirito.
Fiumi di inchiostro, torrenti impetuosi di filosofi marziali a riempire inutili e ignobili pagine di cazzate.
La spada parte del nostro corpo, del nostro spirito e via "mal" dicendo, quando non sanno nemmeno tenere in mano una spada, quando li senti prendere asugi 2 volte su 10.
Cosa si deve pensare allora, che si sono connessi allo spirito sbagliato? O uno a caso?

C'è un Kata che oramai faccio discretamente, il Maestro me lo sta insegnando nei dettagli da anni, e ancora oggi, pur con tutti i movimenti, con la velocità e la precisione di cui sono capace e di cui è soddisfatto (relativamente al mio livello), se non prendo il primo asugi, subito con la prima estrazione che è tra le più complicate dello iai, mi ferma.
Giusto, non avrebbe senso continuare il kata solo per fare movimento.
O tagli o muori!

Lo iaido è questa incredibile fusione di cose, che si basa sulla prima e più importante: spada e uomo, attraverso le mani.
Per dare dignità a tutto il resto, non si può prescindere da questo.
E se anche ci si fermasse a questo studio, se ne avrebbe per tutta la vita, e dentro di questo si potrebbe trovare tutto quello che cerchiamo.

--- mani si chiudono sudate
--- una spada aspetta
--- battiti di cuore

d

martedì 9 luglio 2013

Del trasmettere e della concentrazione.

Da qualche anno il Maestro insiste sul modo di trasmettere le informazioni. Che poi ci si riesca o meno, poco conta, nel senso che il rapporto allievo insegnante, benchè sbilanciato, deve vedere tutte e due le componenti al lavoro.
Il Maestro pone l'attenzione su punti per lui importanti:
- tagliare nel modo corretto, te no uchi, asugi.
- posizione del corpo sempre con seme verso l'avversario
- movimenti diretti e logici
- una esecuzione grande, rilassata ma efficace.
All'interno di questi punti, ci sono una miriade (che significa tantissimissimi!) di dettagli più o meno visibili.
Alcuni sono relativi al suo stile e quindi apprezzabili solo da Lui e da noi.
Alcuni sono relativi all'essenza del Budo e quindi che dovrebbero essere apprezzati da molti.
Altri ancora, non visibili, o non facilmente percepibili.
Metti insieme tutte queste cose e ti ritroverai a fare iaido, se veramente vuoi fare iaido, con la massima concentrazione possibile. 
Il cervello che, al contrario di quanto si creda, non è multitasking, deve inevitabilmente porre la propria attenzione su tutto questo.
Prima suda il cervello, poi suda il corpo.


Il giorno perfetto, o quasi.

Se esiste un giorno perfetto, bhè, quello deve assomigliare molto al mio di oggi.

Sveglia alle 5, positivo giorno di lavoro a Tokyo, rientro facile accompagnato da notizie varie di sicuro interesse e possibilità di sviluppo, visita spirituale ad un vecchio dojo (che atmosfera ragazzi!), allenamento speciale per "giovani di belle speranze", cena preparata dal Maestro come solo lui sa fare, l'immancabile trenino di bottiglie "sacre", una tarda serata con vecchi amici (Maekawa non lo vedevo da 5 anni ma è rimasto la stessa spassosissima macchietta di un giapponese) e anche un bel terremoto di scala 4, il giusto per non farsela sotto.

Vediamo un pò: cosa mi manca?

Lo so io, mi manca un Gundam Real series da costruire. Venerdì vado ad Akihabara a comprarmelo!


lunedì 8 luglio 2013

La ciotola delle 5 prugne

Bene, il nome ci sarebbe.

In giapponese suona benissimo per noi che non ne conosciamo il significato, ma credo sia giusto dare al nuovo dojo un nome che suoni italiano, scimmiottare è la peggior cosa.
In questi giorni, il Maestro mi ha fatto notare alcuni gaijin, stranieri vestiti "alla giapponese" penosi a dir poco.
E allora la nuova palestra, sede del gruppo italiano SHIOSHIKAI del Maestro (e questo non è scimmiottare perchè il nome ce lo ha dato lui), avrà un nome italiano. Che però si ispira al mom del Maestro:
5 prugne dentro una ciotola.
Ma cosa possono rappresentare per noi ste 5 prugne? Ah, non sono secche.

Mha?

ok, bevuto troppo anche stasera....

oiassuminasai!


Il respiro delle orecchie

Quando mi si aprono le trombe di Eustacchio e comincio a respirare anche dalle orecchie, allora vuol dire che non mi sono risparmiato!

che figata!

i limiti, i limiti, quanti hanno provato i propri limiti fisici?

il limite non è una barriera, è uno stato fisico (e dai, anche un pò psichico così Antonio è contento), che non significa che non ci si possa stare per un determinato tempo, ma solo che da li non puoi in nessun modo aumentare, alzare, andare oltre. ma, a volte, si ha quasi la sensazione che si possa tenere quello stato indefinitivamente, ma credo che ad esagerare ci sia il collasso, o la morte. Di sicuro meglio fermarsi, soddisfatti e stremati.

Poi c'è la birra.....

che figata!

domenica 7 luglio 2013

Le banalità illuminanti

Nel ritornare studente, puro e semplice studente sotto la guida del Maestro, cosa che ha tutto un suo significato che non sto qui ad approfondire, se si è veramente aperti all'esperienza in corso, accadono diverse cose. A me.
Mi libero dalle sovrastrutture e mi predispongo pienamente al giudizio, al consiglio e alla fiducia.
Ovvio, non è subito così, istintivamente cerco di fare bella figura, di fare il mio meglio, ma in realtà, così facendo, cerco solo di nascondere i limiti e le mancanze.
Ieri il tutto deve essere stato co ......

mi sono già rotto i coglioni di scrivere stà roba!

il Maestro mi ha detto: non nascondere gli errori altrimenti io non posso insegnarti!

ecco.

poi per due ore e litri di sudore, non ho nascosto più un cazzo. 


poi a cena, abbiamo parlato di spirito. Antò: ho ragione io!

oiasuminasai!

martedì 2 luglio 2013

Cambio di paradigma

Ieri sera interessante lezione di iaido, ok, non dovrei dirlo io, ma mi riferisco al fatto che è stata interessante per me.
Nel mio solito sproloquio, che tanto piace ad Antonio, me ne sono uscito con un cambio di paradigma:

Non è attraverso la concentrazione che si controllano i movimenti, ma è il controllo dei movimenti che porta alla concentrazione.

Appena detta sta stupidata, mi sono subito messo nella disposizione mentale di ritirarla e, con un sorriso, chiedere scusa e ritrattarla. E invece no. Le parole uscite così spontaneamente che, come spesso accade, riflettevano davvero il mio pensiero.
La "concentrazione" è uno stato mentale prima che fisico, ma non è la concentrazione che mi fa muovere esattamente come voglio il mignolo della mano destra, o le palpebre o le spalle. Il controllo del movimento del mio corpo è un comando preciso e conscio del cervello.
Il controllo tecnico del mio movimento, con  l'aumentare della difficoltà, mi porta ad uno stato di concentrazione. Da quel momento, la capacità di controllo e non controllo si amplifica.
Per una buona parte dell'allenamento, ieri sera, ho spinto i miei compagni a controllare con forza, e quindi ad evitarli, tutta una serie di movimenti inutili, falangi, spalle, sageo, e tanti altri, con il risultato che man mano miglioravano ma non completamente. Poi ho chiesto loro di eseguire i kata senza sbattere le palpebre...
incredibilmente di colpo, hanno tutti smesso di muovere dita e ditine, spalle e sageo. 
Erano in uno stato di concentrazione.
Non trascendenza, ma uno stato psico fisico notevole. La prova che la concentrazione è una conseguenza non un punto di partenza.
Come dire: non si può partire dal purè se non sbucci prima le patate!

e si va avanti....

lunedì 24 giugno 2013

Lo iaido non serve a niente! O forse no?

Qualche tempo fa, in un post più in basso, mi sono compiaciuto, come solo io so fare, nel glorificare le qualità dell'allenamento mattutino, qui uno stralcio:

<I tempi lenti sono naturali, o meglio, esiste una sola velocità che non è velocità, e pian piano una cosa sola prende il sopravvento e si sveglia come mai più succederà durante la giornata: la mente e il pensiero.
Non è una trascendenza, è bensì una naturale e spontanea condizione di piena concentrazione. Non dura molto, ma finalmente sperimento il piacere di avere il tempo di sentire il  mio essere fisico e psichico, uscire, riordinarsi e prepararsi.
Questo è il mio fare iaido più bello.>>

Tutte cazzate!  Bullshit!

Notte tormentata tra gatti e pensieri, più pensieri che gatti, il sonno profondo che arriva quando la sveglietta, con quella sua odiosa melodia, mi brucia centomila sinapsi e mi obbliga ad alzarmi. Lo faccio lo stesso, attraverso la città, già troppo sveglia per i miei gusti, e ripropongo quei gesti automatici di quando entro nel dojo: apro le finestre, passo l'aspirapolvere e faccio un giro veloce dei bagni, finalmente mi cambio e prendo la spada.
Niente da fare, a volte ci sono pensieri più potenti, tensioni e stanchezze che sono più dure dell'acciaio.
Ma a chi la volevo raccontare stamattina? Iaido, concentrazione, fisico, spirito... ma va a cag...ar......e!
E' già buono che non mi sono tagliato.

E allora? E allora la verità è che anche questa è stata un'esperienza interessante, con un suo valore, anzi, il fatto stesso di averla fatta e di averla consapevolizzata, mi ha alla fine rilassato; mentre mi cambiavo, mentre ero in macchina verso l'ufficio, mi sono ritrovato a pensare al valore di una sconfitta, di una accettazione. Non si può controllare tutto, non si può controllare tutto se stessi. A volte basta anche semplicemente arrendersi.

E poi, scrivendo queste quattro sciocchezze, mi sono venute alla mente alcune righe lette tanti anni fa, che se solo me le fossi ricordate prima, mi avrebbero reso la mattina più leggera:

banzai!

mercoledì 15 maggio 2013

Infiorata ... sfiorata!

Ho sempre detto ai miei compagni di spada che, se mai mi avessero visto fare una dimostrazione di iaido in un centro commerciale, avrebbero dovuto sopprimermi prima della fine o meglio prima dell'inizio di tale esibizione!
Ora, un centro commerciale è luogo assai diverso da una piazza medioevale, in cui fare una dimostrazione di iaido, in una giornata speciale, e all'interno di un evento pertinente quale quello di uno dedicato al Giappone e alle sue arti, quindi eccomi subito pronto a far della mia coerenza carta straccia, a trasformarla in un biglietto aereo per Noto e per la sua splendida festa,l'INFIORATA; internet, trovato, comprato!


Poco contava la cifra pari a metà viaggio in Giappone, qui si trattava di tornare in un luogo già conosciuto, dall'incantevole bellezza, pari solo alla bellezza delle persone che vi conosco e dalle impareggiabili pietanze.
Farà caldo con lo iaidogi sotto al sole siciliano delle tre di pomeriggio? metto quello bianco.
Porto il costume, ma voglio viaggiare solo col bagaglio a mano? lo metto al posto dei boxer.
Voglio portarmi indietro pomodorini secchi, capperi, olio e limoni, ma ho sempre solo il bagaglio a mano? lascio lo iaidogi e i boxer in Sicilia e carico tutto nel bagaglio a mano!
Con questi e altri ameni pensieri mi portavo fino alla notte inconsapevole del triste risveglio che mi attendeva fetente.

Pronto? Qui è VOLAGRATIS, ... la tariffa del suo biglietto è cambiata, se lo vuole ci deve autorizzare ad un ulteriore addebito di 180 euro (!!!!????). 180 + 260 più i pomodorini, i capperi, l'olio e soprattutto i cannoli (per una media di 7 al giorno) totale cifra .... un biglietto per il Giappone, (se non l'avete ancora capito, io parametro tutte le mie spese con il biglietto A/R per Tokyo, es: 111 confezioni di tonno esselunga pinne gialle  o 300 Choco drops).
Nonostante tutto il bene che voglio a Sara e Corrado, e perchè no, anche a Tiziana ed Enrico, per non parlare del pane consato, non ce l'ho fatta, e con una maledizione a VOLAGRATIS, ho annullato il volo.

La voglia di tornare a Noto rimane, di fare una esibizione meno, ma l'esperienza l'avrei fatta volentieri.
Dunque non è cambiato nulla; eppure non sono contento!




lunedì 6 maggio 2013

A spasso per la città


Per esigenze lavorative ho recentemente fatto richiesta di un porto d'armi per uso sportivo. in attesa e per sicurezza, mi sono studiato tutta la parte normativa in vigore e, già che c'ero, l'ho fatto con un occhio di riguardo verso le armi bianche.

Le leggi di cui parlo sono le seguenti:

  • decreto legislativo 26 ottobre 2010 n. 204
  • e il recente Decreto Legge 20 giugno 2006 n. 79

per farla breve, recependo una indicazione del parlamento europeo, il legislatore ha abolito la denunzia delle armi proprie non da sparo e la denunzia delle armi antiche di ogni genere.

Relativamente alle armi da sparo, la legge è diventata più precisa e severa, mentre per tutte le altre armi, potenziali armi, oggetti contundenti e quant'altro, si fa riferimento all'uso improprio.

Quindi, non vuol dire che possiamo andare in giro con la nostra katana liberamente, anzi, ma possiamo andarci in palestra portandola in modo tale da poter dimostrare che non è disponibile all'uso immediato. 

Attenzione, qui si tratta di buon senso e di giuste motivazioni, quindi, anche se correttamente stivata nella sua custodia, non ci possiamo andare al cinema o in pizzeria, ma solo da casa alla palestra e ritorno. Sarà d'aiuto anche la presentazione del tesserino che attesti la nostra iscrizione alla palestra o alla federazione.

Allo stesso modo non posso andare al cinema con un martello.

Oggi, martello, cacciavite, spada o armi non da sparo per uso sportivo, sono per la Legge la stessa cosa: Armi improprie se utilizzate e portate in modo improprio.


«Art. 4 (Porto di armi od oggetti atti ad offendere). -
Salve le autorizzazioni previste dal terzo comma dell'art.
42 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza 18
giugno 1931, numero 773, e successive modificazioni..

Senza giustificato motivo, non possono portarsi, fuori
della propria abitazione o delle appartenenze di essa,
bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da punta o
da taglio atti ad offendere, mazze, tubi, catene, fionde,
bulloni, sfere metalliche, nonche' qualsiasi altro
strumento non considerato espressamente come arma da punta
o da taglio, chiaramente utilizzabile, per le circostanze
di tempo e di luogo, per l'offesa alla persona, gli
strumenti di cui all'art. 5, quarto comma, ...

mercoledì 24 aprile 2013

Rimarginando

Stasera torno finalmente al Dojo!
più di un mese di assenza, e per altro non sono ancora completamente ristabilito, ho ancora dei punti ma la voglia di tornare è troppo forte.



Ferito nel corpo, un pò anche nell'anima, ma non mi arrendo!


martedì 5 marzo 2013

Mission to Japan

Just for the privacy, we covered the Antonio's belly!



e di seguito un bel testo per gli automi dei motori di ricerca...

Da Milano siamo andati in Giappone a fare iaido, Milano centro per la precisione, dove c'è una bella palestra di iaido. Normalmente le palestre di iaido si chiamano Dojo, un bel dojo di iaido nel centro di Milano. Però nella foto eravamo in Giappone, dove facevamo iaido e magiavamo sushi. E dopo aver fatto un allenamento di iaido bevevamo anche la birra. Iaido si fa con la spada giapponese, si chiama katana, ma nelle palestre di iaido si usano anche delle katane finte, si chiamano iaito o mogito. Anche nella nostra palestra di iaido nel centro di Milano usiamo degli iaito, ma io uso una katana vera.


Vai motore di ricerca, vai!




venerdì 8 febbraio 2013

Atarashi Tsuba!

Vento forte,
il lago saluta con le onde,
una nuova tsuba.


Sukashi Tsuba meant for Dojo use. Very light at 70 grams. Steel coated with baked ki-urushi

Il primo kanji in alto a sinistra significa "Divertimento"...

http://www.tsubashi.com/
http://www.facebook.com/pages/Lorenzo-Amati-Japanese-Metalwork/204598096238840?sk=wall